Piazza simbolo di Fivizzano, nata come luogo di mercato e circondata da palazzi seicenteschi e settecenteschi; al centro della piazza si trova la Fontana Medicea, ultimata nel 1683 per volere di Cosimo III de’ Medici.
La Piazza Vittorio Emanuele II, meglio conosciuta come Medicea, era in passato ed è tutt’oggi luogo di mercato, centro e polo strategico della città di Fivizzano, perché punto di convergenza dei percorsi interni e di quelli provenienti dalle tre porte di accesso dell’antica struttura muraria. Si manifesta sorprendente ai visitatori per la sua bellezza ed armonia e per l’eleganza dei palazzi circostanti, distrutti dal terremoto del 1481 e in seguito ricostruiti: Cojari, Borni, Gargiolli, del XVII e XVIII secolo, in stile fiorentino, che la delimitano, circondando la solenne fontana medicea. Eccetto il palazzo Cojari, furono tutti abbassati di un piano dopo il terremoto del 1920, mentre nello stesso anno venne aperto l’attuale accesso su via Roma, l’arteria principale di Fivizzano, sede di numerose attività commerciali.
All’interno della piazza troviamo il monumento simbolo della presenza fiorentina a Fivizzano, cioè la Fontana Medicea.
I lavori per la costruzione della fonte pubblica risalgono alla prima metà del secolo XVI. È infatti nel 1648 che la Comunità Fivizzanese riconosce a Terenzio Fantoni, che ricoprì alte cariche giuridiche, politiche e militari nel Governo del Granducato di Toscana, il merito dell’interessamento generoso e fattivo alla costruzione del monumento, attraverso i fondi che vengono ricavati, per sollecitudine del Fantoni stesso presso il Granduca, “dalle entrate dell’appalto degli stracci”. Nei sette anni di governo di Alfonso Maria Bracciolini, vengono portati a termine i lavori di edificazione della fontana e della condotta idrica, ma è nei quattro lustri di permanenza a Fivizzano del Governatore Lelio Buzzi che viene terminato il primo ramo dell’acquedotto, che dalle vicinanze del Castello della Verrucola conduce l’acqua fino al pozzo di decantazione, presso il Convento di San Francesco. Il carrarese Jacopo Toschini scolpisce la vasca in arenaria, i delfini e le conchiglie in marmo che la ornano, lo scoglio e la scalinata. I grossi blocchi di pietra estratti dalla cava di Sassìna sono condotti in loco mediante lizzatura e vengono lavorati in piazza, mentre una cancellata in ferro battuto viene posizionata ai piedi della gradinata in modo da impedire agli animali di avvicinarsi, lasciando, invece, libero accesso alle persone attraverso piccole aperture. Dalla cava di Sassìna provengono anche i dodici pezzi di pietra che servirono per realizzare il grottesco, disegnato da Stefano Lemmi, da porre dentro la fonte.
Iniziata durante il governo del Granduca Ferdinando II ed ultimata sotto suo figlio Cosimo III, la fontana poté entrare finalmente in funzione nel 1683.
Nel corso dei secoli la Fontana Medicea è diventata ormai un’icona che va al di là del suo valore artistico, e rappresenta nell’immaginario collettivo il ritratto della Città di Fivizzano.